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Elsamere, una casa tra le acacie

Donna Moderna Year VI – n° 4 – 1993  Text & photo pages 114 – 115

A un centinaio di chilometri da Nairobi, sulla strada che porta a nord-ovest, si trova la casa di Joy Adamson. L’autrice di “Nata libera”, appassionata studiosa di animali e ritrattista, aveva scelto di vivere qui, sulle rive del lago Navaisha fin dal 1966. Lasciata la nativa Austria, aveva deciso, insieme al suo terzo marito, che quello era il posto ideale per studiare da vicino vita e abitudini di leoni e leopardi.

Lo aveva chiamato Elsamere, dal nome di Elsa la prima leonessa adottata e rieducata alla vita selvaggia, protagonista poi di un libro, di un fIlm e di un serial che hanno conquistato adulti e bambini appassionandoli alla vita degli animali africani. Oggi il grande bungalow sul lago è diventato monumento nazionale. 

Dovuto riconoscimento del Kenya a una donna, intraprendente e determinata, che ha dedicato la sua vita alla protezione dell’ambiente e degli animali. In quelle che furono le stanze di Joy (il cui vero nome era Friederike Victoria Gessner) si possono vedere foto, alcuni dei ritratti che fece a più di venti tribù keniote, ritagli di giornale, i suoi oggetti e un filmato. 

Una precisa documentazione della sua attività e della sua storia. Unica zona d’ombra la sua morte. 

Molti i sospetti su uno dei ranger che da tempo lavorava con lei e che, contemporaneamente, faceva il bracconiere: chi la pugnalò nella riserva di Shaba il 3 gennaio del 1980 non fu mai punito. E’ possibile soggiornare a Elsamere Moi South lake rd, Naivasha, tel. 03111 30079, pensione completa a circa 55.000 lire oppure visitarlo e prendere un tè (dalle 15 alle 18) sul prato che si affaccia sul lago Naivasha. 

Le sue rive sono coperte di giacinti d’acqua color lilla pallido e gli alberi intorno ospitano rare scimmie colubrine e “più specie di volatili che in tutte le isole britanniche” come asseriva George Adamson, terzo marito di Joy. Sempre di rosa si tingono le acque del vicino lago Nakuro, a una sessantina di chilometri, coperte da migliaia di fenicotteri (in gennaio e febbraio si contano fino a due milioni di presenze) e sfondo di alcune riprese del film “La mia Africa”. 

Soggetto cinematografico anche il Djinn Palace, la casa di Diana Broughton ripresa nel film “Misfatto bianco”, non lontano da Elsamere e teatro di un altro omicidio impunito degli anni Quaranta. In questo caso però il presunto colpevole era un inglese. Nella zona si può, inoltre, visitare I’Hell’s Rate National Park un’area selvaggia, con dirupi, geyser e boscaglia del tipo prediletto dai leopardi, voluto e realizzato da Joy Adamson con i proventi dei suoi libri e i diritti per il film.