AIRONE MONTAGNA n° 11 WINTER 1997 Text pages 116 – 127
TRE GIORNI SUL GRANDE SENTIERO
L’epopea dei Walser è diventata anche un classico percorso escursionistico. Il “Grosse Walserweg”, il Grande sentiero walser, parte dalla regione svizzera di Goms, nell’alta valle del Rodano (considerata il centro di irradiamento dei Walser) e termina a Mittelberg, quasi al confine tra Austria e Germania. Tra le 34 tappe principali e le 16 varianti, sono oltre 1.000 chilometri. Noi abbiamo effettuato i l tratto da Hinterrhein, primo insediamento walser dei Grigioni, a Campo Elenio, nel Canton Ticino. Con un collegamento in autobus, per evitare un lungo giro imposto dalla difficile orografia della zona. L’intero “Walserweg” è descritto nel volume Der Grosse Walserweg (parzialmente in italiano), che si può richiedere all’ufficio turistico elvetico a Milano (Svizzera Turismo, 02/76013114, fax 76001163).
HINTERRHEIN-VALSERBERG-VALS
Tempo di percorrenza: ore 7
Dislivello: in salita metri 884, in discesa 1.252
Hinterrhein fu fondata nel 1286 da sedici famiglie walser provenienti dalla Val Formazza, dalla Valle Maggia ticinese, da Brig, dal Sempione, dal Vallese.
Dal centro del paese (metri 1.620) si segue la facile mulattiera che sale verso nord-est in direzione del Valserberg. Si attraversa su un ponticello i l torrente Rappierbach e si prosegue tra pascoli. Dopo essersi alzati di circa 150 metri sopra al fondovalle, si gira a sinistra all’altezza di uno stagno ricoperto di giunchi e si sale passando per gli alpeggi di Wald e Glottberg. Un’ampia conca è punteggiata di capanni in muratura dove il fieno raccolto in estate viene conservato in attesa d i trasportarlo a valle durante l’inverno con le slitte. La mulattiera, ben segnalata, taglia poi a destra, quasi in falsopiano, verso le baite di Piànetschberg, prima delle quali la si lascia per imboccare u n sentiero sulla sinistra che sale più ripido sino al colle del Valserberg (metri 2.504, circa tre ore da Hinterrhein). La fatica è compensata da un panorama stupendo. A sud si erge il Pizzo Tambò che sovrasta Splùgen; più a ovest risplendono al sole i ghiacciai del Rheinwaldhorn; verso nord le Alpi disegnano cime e valli fino all’orizzonte.
Dal colle si scende verso Vals (occorrono altre tre ore d i marcia) su sentiero ben tracciato all’inizio ma da seguire con più attenzione sotto i 2.200 metri (tenere d’occhio gli “omettti” di pietra ). Nei pascoli di Walletsch, infatti, il salice nano crea tra l’erba un’infinita serie di false tracce che ingannano l’occhio; tenersi sempre alla destra del filo elettrificato che impedisce al bestiame di avventurarsi lungo i pendii troppo scoscesi. Superati i pascoli, dominati dal maestoso cerchio del Bàrenhorn, si può scendere direttamente alla strada di fondovalle oppure proseguire a mezza costa attraverso le borgate di Tschifera, Auf der Matte e Kartutscha, terminando in ogni caso il cammino a Vals (metri 1.252).
A questo punto si può scegliere, anche a seconda dell’ora di arrivo e del tempo disponibile, se pernottare a Vals, riservando l’indomani alla visita al museo walser (vedere il riquadro in questa pagina) e al trasferimento per la tappa seguente, scendere con l’autobus a Ilanz e di lì a Vrin in Val Lumnezia (terra di ladini), dove si trascorre la notte.
PUZZATSCH-PASSO DIESRUT-CAMONA DA TERRI
Tempo di percorrenza: ore 5
Dislivello: in salita metri 761, in discesa 248
Il punto di partenza della seconda tappa è la borgata di Puzzatsch (metri 1.667), che si raggiunge a piedi da Vrin in circa un’ora su comoda strada non asfaltata (se non si ottiene u n passaggio da qualche automobilista locale). Passato il ponte situato poco oltre il borgo, si trova il cartello che indica la via per il Pass Diesrut (metri 2.428). Il sentiero sale con pendenza regolare tra i pascoli sino all’Alp Diesrut (metri 1.898, ultimo rifornimento d’acqua). Da qui il pascolo si inframmezza al rododendro che riempie il verde dei prati con il suo rosso vivo. Dopo un’ora scarsa di cammino si guada u n ruscello e si incontra una di quelle simpatiche sorprese che la Svizzera sa concedere: il milchbar. Il malgaro ha allestito un piccolo “bar bianco” a self service, con tanto d i tazze, cucchiai, cacao e soprattutto il suo latte, profumato dai mille fiori dei pascoli circostanti e conservato fresco nelle acque gelide del ruscello: chi desidera gustarlo lascia i soldi nell’apposito barattolo.
Finalmente si giunge al passo, dal quale si apre una vista impressionante. Le forze immani che hanno innalzato le Alpi qui sembrano aver fatto una pausa, costruendo un paesaggio raro: una vasta prateria d’alta quota, il più grande altopiano della Svizzera, che offre accanto a suggestivi panorami anche una quantità di fiori stupefacente. A metà della discesa, il sentiero si biforca. Si può scendere diritti al rifugio Camona da Terri (metri 2.310), visibile già dal passo; oppure più gradatamente verso sud, costeggiando il Rein da Sumvigt, una delle vene d’acqua che confluiscono a formare il grande Reno, attraversandone a guado le basse acque e ritornando al rifugio aggirando il Muot la Greina: una deviazione che permette di vedere da vicino stagni ricoperti di eriofori, torbiere ricche di giunchi e drosere e le numerose colonie di marmotte che rilanciano di costa in costa il loro richiamo di allerta.
CAMONA DA TERRI-PASSO DELLA GREINA-CAMPO BLENIO
Tempo di percorrenza: ore 6
Dislivello: in salita metri 394, in discesa 1.162
L’ultima tappa inizia con la traversata del Plaun da la Greina, con il sole del mattino che illumina una dopo l’altra le mille ondulazioni della vasta prateria alpina. Il sentiero corre quasi in piano in un paesaggio che muta continuamente, tagliando più volte il Rein da Sumvigt che presenta spesso le due sponde di colore diverso. Siamo infatti al punto d’incontro fra tre formazioni rocciose: i graniti del Piz Vial a nord, le ardesie d i origine vulcanica del Piz Coroi a sud e in mezzo uno spesso strato d i tufo chiaro.
Superato il Passo della Greina o Pass Crap (metri 2.357), il sentiero si abbassa gradatamente al Rifugio Scaletta (metri 2.205); una lunga discesa nella Val Camadra porta, seguendo la sponda destra orografica del Brenno, a Campo Elenio (metri 1.215).
IL “GADAHUS” di Vals è un piccolo museo molto particolare che aiuta a capire i segreti di quegli specialisti della vita ad alta quota che furono i Walser. Un’associazione di abitanti del villaggio ha recuperato una vecchia casa, ancora ben conservata, per trasformarla in museo. È possibile così osservarne
la struttura, gli arredi, gli utensili e gli attrezzi da lavoro, gli oggetti della casa, come se gli abitanti fossero appena usciti per recarsi nell’orto o sui pascoli.
Entrando, ci accoglie un ampio locale dove, sulla sinistra, c’è un grande camino usato sia per cuocere il cibo sia per riscaldare il latte e ricavarne il formaggio. Sulla destra si apre invece la sala da pranzo con la grande stufa che provvedeva a riscaldare anche l’adiacente camera da letto. Sul lato opposto è situato il locale per immagazzinare i formaggi.
Una scala molto ripida porta al piano superiore, dove si trovano il deposito degli attrezzi e due locali da lavoro, quello riservato alle attività maschili, con gli utensili per lavorare il legno, e quello usato dalle donne per filare, tessere, cucire vestiti e fabbricare elaborati pizzi durante i lunghi inverni. Per sfruttare al massimo il calore, i soffitti di questo piano non sono più alti di un metro e mezzo: un’altezza comunque sufficiente per lavorare stando seduti.