Tra green e grattacieli

Golf & Tourism  May 2004  Text & photo pages 130 – 136

La capitale finanziaria dell’Euro è una città che stupisce. Ha i numeri da grande metropoli ma ha mantenuto uno stile di vita che esalta tutte le qualità tedesche di quando era la città di Goethe e di Schiller. Nella skyline della città spiccano i grattacieli di Deutsche Bank, di Commerzbank della Banca Centrale Europea e di altre decine di edifici che ospitano le oltre duecento sedi di banche, di cui 136 estere, che ne fanno il cuore del mercato finanziario europeo. Qui hanno i loro uffici anche mille imprese di pubblicità, si svolgono quasi un centinaio di fiere ogni anno e si possono incontrare cittadini di circa centottanta nazionalità differenti, che parlano oltre duecento lingue diverse. Eppure la città non conta che seicentomila abitanti e nonostante i trecentomila pendolari, che ogni giorno vi si recano a lavorare, il traffico non è mai caotico.

Non lontano dalle silhouette dei grandi grattacieli, che svettano nel quartiere finanziario, c’è il centro storico che si può girare a piedi in meno di un’ora e poco lontano dal suo centro fieristico, uno dei più importanti del mondo, si distende l’anello di boschi che circonda tutta la città. Le numerose etnie convivono con grande facilità e il suo cosmopolitismo è affascinante, mai caotico.

L’esempio più appariscente e, al contempo, quotidiano è quello offerto dalla Hauptwache tutti i pomeriggi alla chiusura degli uffici e delle scuole. Si tratta di una delle vie principali, è costellata di negozi ed è interamente riservata ai pedoni. È il luogo dove tutti si ritrovano per fare compere o anche solo per godersi il sole di una bella giornata, o sedere nei pub inglesi, o nei bar e gelaterie italiane, o nelle birrerie tedesche, o per mangiare qualcuna delle tantissime specialità dei “take away” provenienti da tutti i continenti e da tutte le latitudini. Quando il tempo e la stagione lo consentono i “suonatori di strada” improvvisano i loro concerti: dai canti pellerossa al jazz di New Orleans, dalle melodie andine ai tamburi africani. Eppure la sensazione è che tutte queste persone non siano isole perse nella corrente come accade in altre metropoli, ma parte coerente di un unico mosaico. Questa città resta sempre intimamente tedesca.

La tipica “Gemütlichkeit”, tranquillità e pace in tedesco, è proprio alle porte della città, nei boschi che la circondano, nei sobborghi con le case “a traliccio”, sul lungo fiume che ospita i quattordici musei, sui pigri vaporetti che risalgono le acque del Meno che divide a metà questa metropoli, e perché no, nei campi da golf che sorgono poco lontano o addirittura a poche centinaia di metri dal fiume.

Intorno a Francoforte ci sono ventisette campi da golf, situati in un raggio di cinquanta chilometri intorno alla città, ma se riuscite a trovare un po’ di tempo per il vostro sport preferito i tre che abbiamo visitato sono molto belli. Hanno tutti un grande carattere o una lunga storia, talvolta entrambe le cose, e sono piuttosto impegnativi.

Il Frankfurter Golf Club è a buon diritto considerato il golf della città. Fu costruito nel 1913 dall’architetto britannico Harry Colt, su un terreno di proprietà municipale a breve distanza dal Meno, nel grande bosco che circonda Francoforte e che ora è parzialmente incluso nel centro abitato. Fu il terzo campo ad essere costruito in Germania ma fin dall’inizio fu concepito come un campo da competizione. È un par 71 su 6145 metri, forse un po’ corto per le competizioni attuali ma resta ugualmente molto impegnativo. Il primo Open di Germania fu giocato qui, nel 1938, e ospitò questa competizione per altre undici volte fino al 1988. Fu sede dei Campionati Tedeschi per stette volte, dal ’66 al ’97, e ancora oggi ospita numerose competizioni internazionali come l’European Ladies Amateur Championship dell’anno scorso al quale hanno partecipato ben sedici paesi.

È costruito in un bosco secolare e proprio le quinte di alberi costituiscono la sua spettacolare bellezza e la principale fonte di difficoltà. I fairway sono stretti e ottimamente curati e, per un paradosso naturale, il terreno fortemente sabbioso conferisce al percorso una grande capacità drenante che consente di giocare praticamente tutto l’anno, anche dopo o sotto una pioggia persistente. Poiché non manca la sabbia i bunker sono numerosi e impietosamente disposti attorno ai green e nei punti strategici di cambiamento di traiettoria. Tuttavia lo spettacolo che offre dal tee della 18 è veramente impareggiabile poiché la posizione elevata regala un magnifico colpo d’occhio sul campo, la club house e su quello che è considerato uno dei simboli di questa città: il grattacielo a forma di matita del centro fieristico.

Ad una ventina di chilometri ad est di Francoforte, lungo la A66, si trova il Golf Club Hanau-Wilhelmsbad che si fa perdonare la breve strada percorsa permettendo di giocare nel parco, la “fagianeria” come veniva chiamato una volta, del castello dei Conti di Hanau, costruito nel 1780 e oggi residenza dei Von Hessen.

È proprio questa la sua principale caratteristica, alberi secolari che fanno da quinta ai fairway, macchie di verde incolto a dividere le buche cosi da non essere mai disturbati dal gioco altrui e tanta, tanta acqua: laghetti, ruscelli e fontane in mezzo agli specchi d’acqua per ravvivare il paesaggio e, soprattutto, rendere più difficile il gioco. Come si conviene al parco di un castello, l’intero campo è recintato da un alto muro in pietra che tutela la privacy e la tranquillità dei giocatori. Dei fagiani non è rimasta traccia ma nella boscaglia tra i tracciati della “tredici” e della “quattordici” una volpe ha scavato la sua tana e, quando non è troppo disturbata, si aggira guardinga tra un green e l’altro.

Costruito nel 1958 dall’architetto CCNS (par 73 per 6110m) oggi conta circa mille soci di cui centoventi sono giovani ragazzi del “vivaio”. Su questo campo sono nate alcune stelle, la più conosciuta è probabilmente Alex Cejka che qui ha mosso i suoi primi passi, o hanno giocato grandi personalità come l’ex presidente della Repubblica Federale Tedesca Scheel.

Il terzo campo da segnalare è il Golf-Club Neuhof. È situato a meno di quindici chilometri dal centro cittadino ma, in soli venti minuti d’auto, è già come essere in un altro mondo. La campagna tedesca ha già fatto dimenticare il brusio della città e il campo si trova ancora in quella fascia boscosa che circonda tutta Francoforte. Costruito nella tenuta della famiglia Schumaker (omonima del noto pilota) nel 1995 dagli architetti Gerold Hauser (Austria) e Paddy Merrigan (Irlanda), è stato disegnato con criteri moderni ed è più difficile di quanto possa sembrare a prima vista (par 73 per 6109m). Nonostante la sua breve vita, la vegetazione che separa le diverse buche è alquanto matura e gli ostacoli d’acqua, che ne sono la principale caratteristica, completano un paesaggio molto gradevole. Il direttore del club Gerd Petermann Casanova ha non lontane origini italiane e sta lavorando assiduamente affinché questo campo inizi ad entrare nel circuito dei più importanti tornei.

Se vi resta ancora un po’ di tempo da dedicare al vostro sport preferito e vi interessano i pezzi d’antiquariato potrebbe essere utile fare un salto dall’antiquario “Magus”, si trova in Braubachstrasse 26, a meno di due isolati dal Römerberg la storica piazza del centro storico dove aveva sede la dieta imperiale e oggi si riunisce il consiglio municipale. Si possono trovare legni e sacche d’epoca ancora in ottime condizioni.