Sweet Home Alabama

Golf e Turismo      Giugno 2021     Text & photo      Pages  92 – 99

Almeno fino alla fine degli anni ’80, lo Stato dell’Alabama non aveva nulla di così particolarmente iconico che lo caratterizzasse rispetto ad altre mete turistiche americane. Tutto ciò cambiò, almeno per noi golfisti, nei primi anni ’90 quando Robert Trent Jones venne incaricato di realizzare il più grande progetto mai affidato ad un singolo architetto di golf. 

Fu per merito di David George Bronner, al tempo direttore del Sistema Pensionistico Statale dell’Alabama, che si posero le fondamenta di questo circuito che ora conta 26 campi per un totale di 378 buche. Il suo motto era: “Più forte, il sistema pensionistico dell’Alabama, può rendere l’Alabama, più forte sarà il Sistema Pensionistico.”

Il Robert Trent Jones – Trail (l’itinerario di Robert Trent Jones) è diventato oggi un circuito di eccellenza che ha ospitato complessivamente più di dodici milioni di golfisti di ogni livello e provenienza. Il Trail è una fedele rappresentazione del pensiero di Robert Trent Jones secondo il quale il gioco deve essere ugualmente difficile per tutti i giocatori, di qualsiasi livello essi siano.

È quindi con grande interesse che abbiamo visitato alcuni di questi magnifici percorsi sparsi tra colline boscose, infiniti laghi e fiumi placidamente immensi, attraversando una terra ricca di storia, modernità e buona cucina, e siamo partiti da Birmingham, la città più popolosa dell’Alabama, che di questi gioielli ne possiede ben due.

Appartato tra le colline ai margini della città, lo RTJ-Oxmoor Valley Golf Course di buche ne possiede ben 54: due campi da 18 buche, il Ridge Course (5.621 metri par 72), il Valley Course (5.505 metri par 72) e il Short Course che offre una collezione di 18 buche par 3 con dislivelli elevati. I due campi si sono spartiti il paesaggio. Le lunghezze appaiono corte ma le sfide sono molto impegnative.

Il Ridge Course si snoda tra fitti boschi e cavalca la parte più elevata del profilo del terreno con importanti dislivelli di oltre cinquanta metri. I fairways si aprono il loro passaggio tra quinte di alberi secolari ma tee e green offrono, in alternanza, vasti sguardi su questa infinita distesa di colline. Specialmente i quattro par 5 che sono tra i più panoramici di tutto il circuito RTJ, nonché le buche più difficili di questo percorso.

Il Valley Course si allontana invece dalla clubhouse e scende lentamente lungo il pendio sino a giungere alla difficile 9 (469 metri par 5). Diversamente dal Ridge Course le sue difficoltà maggiori sono costituite dai bunker molto più aggressivi e dai laghi e specchi d’acqua che costeggiano numerose buche.

Il secondo gioiello, il RTJ-Ross Bridge Golf Course (5.669 metri par 72), si trova nella Shannon Valley, ad appena qualche chilometro oltre il perimetro cittadino di Birmingham.

Abilmente intagliato in una natura primigenia questo meraviglioso percorso si colloca tra i primi dieci più lunghi campi nel mondo. La lunghezza totale del championship è infatti di 7.489 metri (Slope rating 147) ed è giocabile da tutti solo perché ci sono otto livelli di tee. In una proprietà di circa 140 ettari, questa sintesi delle migliori caratteristiche del parkland tradizionale dispone ben dieci delle sue buche intorno a due grandi laghi connessi da una spettacolare cascata di oltre 30 metri che separa la nove dalla diciotto.

Ai larghissimi faiways e ai green piuttosto grandi fanno da contraltare bunker di pari proporzioni e dislivelli piuttosto consistenti, soprattutto nei par 3, graziosi camei disposti accanto a difficoltà decisamente maggiori. Di fatto non esiste una signature hole perché sono tutte molto belle, inserite nel paesaggio come se fossero nate lì, da sempre. Se infine amate le note d’altri tempi, lasciatevi emozionare dalla musica di un bagpiper, un suonatore di cornamusa, che all’imbrunire invita e accompagna gli ultimi giocatori a ritornare alla clubhouse.

A meno di tre ore d’auto a nord di Birmingham troviamo l’RTJ-The Shoals Golf Course con i suoi  Schoolmaster Course (5.632 metri par 72) e Fighting Joe Course (5.627 metri par 72). Sono due percorsi da campionato che si dispiegano tra le due dighe che sbarrano questo tratto del fiume Tennessee, prima che il suo corso si rivolga a nord per rientrare nello stato dov’è nato e confluire infine nel Mississippi.

Il primo ha uno sviluppo più tradizionale e le linee di tiro sono ristrette principalmente dalle quinte di alberi del bosco che lo contorna. Il secondo invece è un lunghissimo links che risulta essere stato il primo a superare le 8.000 yarde (7.315 metri) e che non da nessuna tregua a chi non ama l’acqua perché soltanto due buche ne sono esenti. In compenso entrambi hanno un finale spettacolare con un panorama mozzafiato alla 18° buca, un par 4 di 290 metri quello del Schoolmaster e un par 3 di 125 metri quello del Fighting Joe. Si trovano su di una scogliera naturale che sovrasta il Tennesse che qui ormai scorre larghissimo e la maestosità della sua corrente non è un’immagine che si può scordare facilmente.

Pochi chilometri verso est separano Florence da Huntsville e il suo RTJ-Hampton Cove Golf Course. Sul modello RTJ-Trail possiede anch’esso 54 buche con due percorsi championship: lo Highlands Course (5.550 metri par 72) e il River Course (5.587 metri par 72).

Nonostante il suo nome, lo Highlands Course si sviluppa su di un terreno poco più elevato rispetto al Flint River. Dieci anni fa il suo aspetto è stato riportato all’originale vecchio stile dei links scozzesi e offre un interessante mix di sfide: fairway ben ondulati, green molto mossi, numerosi specchi d’acqua e grandi bunker dalla singolare forma a mano con le lunghe dita che sembrano artigliare fairway e palline nei punti strategici e intorno ai green. Il River Course invece di bunker non ne possiede nemmeno uno essendo l’unico percorso, dei 500 disegnati da Robert Trent Jones, a non averne. Il suo aspetto sembra riportarci alle origini del golf, quando non si spostavano grandi quantità di terra ma si sfruttavano le caratteristiche naturali del terreno e quindi la quintessenza delle sue difficoltà è costituita dall’acqua.

Per trovare un altro splendido campo occorre fare alcune miglia a est e giungere a  Scottsboro dove si trova il Goose Pond Colony Resorts. Non fa parte del RTJ-Trail ma è anch’esso di proprietà pubblica e possiede due percorsi: il Lake Course (6.177 metri par 72) disegnato da George Cobb e il Plantation Course (5.853 metri par 72) disegnato da Don Croft.

Ancora una volta si gioca lungo le rive del Tennessee che scorrendo tra le Cumberland Mountains forma in questo tratto il Guntersville Lake. È proprio il Lake Course ad offrire le emozioni più forti. Non solo si vede il fiume da ogni sua buca ma una buona metà vi galleggia proprio sopra con isole e lingue di fairway che si intrecciano tra uno specchio d’acqua e l’altro. Tuttavia bunker e green non sono particolarmente insidiosi e il divertimento è assicurato.

Un’altra ora di viaggio, questa volta a sud, conduce a Glencoe, dove si torna a giocare su di un campo disegnato da Robert Trent Jones, il RTJ-Silver Lake Course di 27 buche: Backbreaker + Mindbreaker (5.556 metri par 72). Trovandosi ai piedi della catena degli Appalachi, si sviluppa su di un terreno molto più vario dei precedenti e offre ben tre diverse esperienze di gioco.

Le nove buche del Backbreaker Course hanno larghi fairway, difficili green e alcune viste spettacolari sulle pendici delle colline che lo circondano. Lo Heartbreaker impone scelte molto attente, specialmente nelle ultime tre che inducono a tentare un birdie facile solo in apparenza. Il Mindbreaker si sviluppa invece in un santuario di boschi, acqua e stagni e, pur essendo il più corto, è il più difficile dei tre.

É evidente che i percorsi non menzionati sono altrettanto speciali  ma non dimenticate che l’Alabama offre ovunque anche della buona cucina e tante occasioni di visita da non perdere. Dal centro spaziale di Huntsville ai musei del Jazz e dei Diritti Civili a Birmingham, dal paradiso dei motociclisti agli appassionati delle “occasioni”. Questo è il Sud-Est degli States, con il suo accento inconfondibile, con la sua ospitalità e le sue contraddizioni, ma soprattutto con l’agio di giocare in una mite estate molto anticipata.