Sette Perle Spagnole

Golf e Turismo November 2021 Text & photos pages 64 – 71

È il clima mite ad eleggere Majorca a meta preferita di molti golfisti, soprattutto tra quelli provenienti dal nord Europa. Tuttavia anche per noi italiani può costituire un ottimo rifugio ai rigori invernali o alle primavere che tardano ad arrivare. Perché oltre alle sue spiagge assolate e ai panorami mozzafiato della costa nordoccidentale, in un’isola che conta un centinaio di chilometri di larghezza ci sono ben diciassette campi da golf, concepiti per giocatori di ogni livello.

La maggior parte di essi si collocano intorno a Palma. Sia per la vicinanza al suo aeroporto sia per il fascino che i secoli di storia mediterranea hanno conferito a questa città. Così si possono ancora visitare i bagni arabi, ammirare la splendida cattedrale gotica che si specchia nel lago artificiale del Parc de la Mar, o passeggiare all’ombra dei palazzi del centro cittadino in stile barocco che ne caratterizzano l’aspetto attuale. Il Municipio, in Plaça de Cort, ne è uno degli esempi più importanti. Nella città vecchia, ora zona pedonale, è quindi facile percorrere le piccole e caratteristiche “can”, le strette stradine che da Plaza Major si diramano fino a giungere intorno alla chiesa gotica di Santa Eulalia, la più antica della città.

Il nostro viaggio inizia in quell’arco di circa cinquanta chilometri attorno al capoluogo dove si trovano la metà dei campi dell’isola. Lungo la C-715 che conduce a Manacor troviamo uno dei due migliori campi di Majorca: il Golf Son Gual, 6.257 metri par 72. Questo lungo percorso disegnato da Thomas Himmel e concepito per i grandi tornei racchiude, nei suoi 70 ettari, un distillato di innovazione e di altissima qualità di esecuzione. Pur avendo rimodellato tutto il terreno sono ancora presenti 800 ulivi secolari a cui si aggiungono ettari di rough fiorito e numerosi e vasti specchi d’acqua. I Tee e soprattutto i green sono grandi, i fairway non sono mai in piano e le tecnicità sono sempre dichiaratamente visibili in un disegno appagante alla vista e accattivante nel gioco. Sono da menzionare la 7, un dogleg di 429 metri par 4, che piega a destra a metà del fairway; la 14 di 346 metri, un par 4 che solo apparentemente sembra diritto e il par 3 della 15 di 167 metri dove un immenso bunker si distende dove generalmente si trova il fairway. Ma è la 18, un par 5 di 497 metri, a sorprendere: il lungo fairway in salita, affiancato e attraversato da un corso d’acqua inframmezzato da numerose cascatelle, può rivaleggiare con i migliori finali di tutta la Spagna.

Sempre a est di Palma, ma lungo la strada che conduce a Llucmajor, si trova il Marriott Son Antem Golf Resort & SPA. I suoi due campi sono stati disegnati da Francisco López Segales: l’East Course (6.009 metri par 72), e il West Course (5.913 metri par 72).

I percorsi perdonano molti errori grazie ai fairway molto ampi, al rough pulito e alla distanza della vegetazione arborea. Tuttavia alcuni ostacoli d’acqua e qualche buca impegnativa alzano il tasso tecnico dell’Ovest. Quest’ultimo campo, ricavato all’interno di un bosco di pini marittimi, offre delle splendide quinte di alberi che delimitano molte delle buche e che obbligano a tiri più precisi.

Dall’altra parte della “Cintura”, che aggira la città a nord, si trovano due campi davvero eccellenti. Sono il Son Vida Golf, 5.601 metri par 71, e il Son Muntaner Golf, 6.347 metri par 72. Appartengono al circuito Arabella che fa parte della catena Sheraton. Sono stati  entrambi ridisegnati da Kurt Rossknecht. Nel primo i fairway sono larghi e scorrevoli, con dislivelli moderati e con un fondo molto duro e veloce; i rough sono così bassi che è difficile perdere la pallina se non negli specchi d’acqua. Il Son Muntaner ha rispettato di più il tracciato originale e si sviluppa in un bosco di ulivi e pini marittimi di cui è stato preservato tutto il fascino della macchia mediterranea. È un campo davvero eccellente, non solo per la bellezza del bosco in cui si sviluppa ma proprio per il grande impegno che richiede costantemente ad ogni buca. I fairway sono piuttosto stretti, affiancati da vegetazione matura e dall’erba alta del rough. L’acqua impegna un terzo delle buche, i green sono veloci e i dislivelli alquanto accentuati e tra gli ostacoli naturali lasciati sul tracciato è doveroso menzionare “sa Capitana”, il gigantesco ulivo millenario sapientemente lasciato intatto lungo il fairway della 14. Nessuno organizzerà mai un viaggio per merito di una clubhouse ma quella del Son Muntaner è particolarmente curata e la vista dalla sua terrazza è tra le migliori che abbia mai visto in vent’anni di avventure golfistiche, ripagando ampiamente di tutta la fatica che un campo impegnativo può aver richiesto.

Proseguendo verso ovest, a meno di venti chilometri da Palma si trova il Golf Santa Ponça (6.542 metri par 72) che, con le sue 45 buche, costituisce un complesso di tutto rispetto. Folco Nardi ne disegnò il primo percorso nel 1977 che peraltro è l’unico aperto ai visitatori. Il campo ebbe immediatamente fortuna anche grazie alle quattro grandi colonne che ne abbelliscono il paesaggio tra i fairway della 8 e della 10 e che tuttora ne costituiscono l’emblema. Da allora ha ospitato per ben sette volte il PGA Tour delle Baleari nella decade ’88 – ’98. Questo lungo percorso si snoda su di un terreno leggermente ondulato e offre ampie vedute sulla Serra de Tramuntana da quasi ogni buca. Con un rough basso e green davvero grandi, sono gli ostacoli d’acqua, presenti in ben nove buche, ad offrire le maggiori difficoltà.

Ancora qualche chilometro ad ovest e si giunge al Golf de Andratx, 6.089 metri par 72, che si trova nel golfo omonimo. Il percorso si sviluppa in una bella conca che digrada verso la costa. Non è impegnativo ma i frequenti e notevoli dislivelli, gli ostacoli d’acqua e i muri che terrazzano il percorso lo rendono piuttosto simpatico.

La statale che porta alla cittadina di Andratx compie, in realtà, tutto il periplo dell’isola, per cui è sufficiente lasciarsi trasportare dal nastro d’asfalto per scoprire i meravigliosi panorami offerti da questo tratto di costa, da Punta de s’Algaret fino a Port de Soller. I rilievi aspri e calcarei s’innalzano per centinaia di metri dal litorale offrendo magnifici scorci su baie e calette, e dipingendo infiniti paesaggi con soli tre intensi colori: blu profondo il mare, ocra chiaro le pareti a strapiombo sul mare e verde intenso la macchia mediterranea.

L’isola tuttavia non finisce qui. È doveroso spingersi ancora più a nord, nei pressi della cittadina di Alcùdia, a nordest dell’isola, perché vale assolutamente la pena di passare almeno una giornata al Clube de Golf Alcanada, 6.152 metri par 72. Disegnato da Robert Trent Jones Jr. questo impegnativo percorso ha risalito immediatamente tutte le classifiche. Unanimemente riconosciuto tra i due migliori dell’isola si colloca ora tra i migliori di Spagna e nei primi 100 dell’Europa continentale. Prende il nome dall’isoletta che rimane quasi sempre in vista in ogni parte del campo e, pur sviluppandosi su dolci declivi che portano cinque buche a lambire la baia, obbliga a fronteggiare profondi valloni e dirupi, a riflettere bene nei numerosi tee elevati e sui green molto veloci, e a ben calibrare un paio di par 3 lunghi più di duecento metri. I lunghi colpitori possono avere grandi soddisfazioni ai par 5 della 1 e della 13 rispettivamente di 450 e 451 metri, ma dovranno comunque impegnarsi duramente alla 11 di ben 535 metri. Le ultime tre buche chiudono in bellezza il round con il lungo e sinuoso par 4 della 16, il subdolo par 3 della 17, tutto a fianco della spiaggia, e il coreografico ritorno alla clubhouse.

Infine, se tutto ciò non bastasse ancora, qui si può meritatamente concludere la giornata passeggiando lungo spiagge assai meno affollate che nel sud dell’isola.