In un’isola il mondo

Golf & Tourism  November 2006  Text & photo pages 126 – 134

Tutto il mondo in un’isola. Non sempre quest’affermazione è vera ma per Maiorca, la più grande delle Baleari, è l’esatta sintesi delle sue bellezze. Sono ormai famose le sue grandi e assolate spiagge e molti conoscono i panorami delle sue coste di nord ovest, così belli da mozzare il fiato. Sicuramente stupisce la vitalità della città di Palma mentre, i golfisti, ne riconoscono la qualità generalmente ottima dei suoi campi. 

Palma è una bella città di mare. Il suo nome porta il segno della fondazione romana ma ciò che veramente dona ricchezza alla sua storia è stato il sovrapporsi delle diverse culture che hanno caratterizzato il mediterraneo. Così si possono ancora visitare i bagni arabi, ammirare la splendida cattedrale gotica che si specchia nel lago artificiale del Parc de la Mar, e passeggiare sotto ai palazzi del centro cittadino in stile barocco che ne caratterizzano l’aspetto attuale e di cui il Municipio, in Plaça de Cort, è uno degli esempi più importanti. L’antica cinta muraria si è trasformata in un susseguirsi di comode e veloci vie di comunicazione ma il centro storico, che vi sorgeva all’interno, ha mantenuto intatto il fascino della città antica. I più recenti interventi di recupero dei vecchi edifici hanno mantenuto intatta l’architettura esteriore dei palazzi e buona parte del centro è riservato a zona pedonale. È quindi facile passeggiare per le piccole e caratteristiche “can”, le strette stradine che da Plaza Major si diramano sino a giungere intorno alla chiesa gotica di Santa Eulalia, la più antica della città.

Nonostante la presenza dei molti turisti l’atmosfera è comunque calma e rilassata e, con un po’ di pazienza, basterà scantonare dalle vie principali, dove trovano spazio i negozi delle principali firme di moda, per trovare negozi di artigianato assai sorprendenti. 

Il clima mite, soprattutto d’inverno, elegge Maiorca a meta preferita da parte di molti golfisti. Soprattutto di quelli provenienti dal nord Europa, ma anche per noi italiani può costituire un ottimo rifugio ai rigori invernali o alle primavere che tardano ad arrivare. Benché l’isola non conti più di un centinaio di chilometri da una costa all’altra, ne possiede infatti ben sedici ed è quindi impossibile anche solo tentare di descriverli tutti. Per questa ragione, in questo viaggio, abbiamo visitato solamente alcuni di quelli nei pressi della città di Palma, nella parte meridionale dell’isola. 

A pochi chilometri dall’aeroporto, lungo la strada che conduce a Llucmajor, si trova il Marriott Son Antem Golf Resort & Spa che, per quanto possieda una struttura alquanto ampia, si inserisce in modo armonico nel paesaggio circostante grazie alla sapiente divisione degli spazi. 

I suoi due campi di golf, sono stati entrambi disegnati da Francisco López Segales. L’East Course o Son Antem I di 6009 m (par 72) è stato realizzato nel 1993, il West Course o Son Antem II e stato terminato solo nel 2001 ed è più corto, 5913 m (par 72) ma è più impegnativo: slope sistem rispettivamente 130 e 133. L’handicap minimo per giocare sul West Course è infatti di 27 a fronte dei normali 36 richiesti per l’East Course. 

Si sviluppano entrambi intorno al resort. L’East ha un campo molto curato e perdona molti errori ai principianti grazie ai fairway molto ampi, al rough pulito e alla distanza della vegetazione arborea. Tuttavia alcuni ostacoli d’acqua e qualche buca impegnativa ne alzano il tasso tecnico. 

L’Ovest invece è decisamente più divertente. Il campo, ricavato all’interno di un bosco di pini marittimi, offre delle splendide quinte di alberi che delimitano molte delle buche e che obbligano a tiri più precisi. Il rough è pulito ma i fairway sono piuttosto stretti, molto più ondulati e con più bunker posizionati negli snodi strategici del gioco. Rispetto all’altro campo i green sono più ampi ma anche più rialzati e più mossi, possiede meno difficoltà d’acqua ma ha nella 14 un impegno davvero terribile. È un par 4 di 374 m il cui green è letteralmente circondato da un bunker a ferro di cavallo che a sua volta è quasi interamente circondato dall’acqua. A completare la struttura, il resort possiede inoltre il più grande driving range dell’isola e la sua scuola di golf è ben considerata, grazie ad alcuni pro davvero simpatici ed efficienti. 

A meno di cinque minuti dalla “Via Cintura”, la tangenziale che aggira la città a nord, si trova un altro complesso alberghiero che possiede due campi davvero eccellenti e che presto ne ospiterà un terzo. La sua collocazione particolare e la cura del paesaggio hanno tuttavia creato un ambiente molto tranquillo e silenzioso, davvero incantevole e assolutamente inaspettato a così poca distanza dalla città. Sono il Son Vida Golf e il Son Muntaner Golf, e appartengono al circuito Arabella che fa parte della catena Sheraton. 

Il Son Vida Golf è stato recentemente rinnovato da Kurt Rossknecht, è molto curato, offre ampi panorami sulla città ma non risulta particolarmente impegnativo (5601 m par 71) ed è aperto a tutti. Ha un approccio amichevole anche con il giocatore inesperto. I rough sono piuttosto puliti ed è difficile perdere la pallina se non negli specchi d’acqua. I dislivelli sono moderati e i fairway sono larghi e scorrevoli, con un fondo molto duro e veloce. 

Il Son Muntaner Golf invece è stato disegnato integralmente dallo stesso Kurt Rossknecht che si sviluppa in un bosco di ulivi e pini marittimi di cui è stato preservato tutto il fascino della macchia mediterranea. È un campo davvero eccezionale e non solo per la bellezza del bosco in cui si sviluppa (6347 m par 72), ma proprio per il grande impegno che richiede costantemente ad ogni buca e perciò, proprio per questa ragione, è riservato soltanto ai soci o agli ospiti del hotel. Quest’ultima particolarità consente di giocare sempre su di un terreno eccezionalmente curato e perfetto in ogni sua parte, giustificando ampiamente la sua vocazione alle competizioni. I fairway sono piuttosto stretti, affiancati da vegetazione matura e da rough con erba alta, l’acqua impegna un terzo delle buche, i green sono veloci e mossi e i dislivelli alquanto accentuati. Gli ostacoli naturali lasciati sul tracciato sono numerosi e, sotto questo punto di vista, è doveroso menzionare “sa Capitana”, il gigantesco ulivo millenario sapientemente lasciato intatto lungo il fairway della 14. 

Nessuno organizzerà mai un viaggio per merito di una club house ma quella del Son Muntaner Golf e davvero bella e particolarmente curata. Posizionata strategicamente in alto, rispetto a gran parte del campo, offre un panorama splendido sulle buche centrali del percorso e la vista della sua terrazza ripaga ampiamente di tutta la fatica che un campo così impegnativo può aver richiesto. 

Proseguendo verso ovest, a meno di venti chilometri da Palma si trova il Golf Santa Ponça che con le sue 45 buche costituisce un complesso di tutto rispetto. Nel 1977 Folco Nardi ne disegnò il primo percorso che peraltro è l’unico aperto ai visitatori. Il campo ebbe immediatamente fortuna anche grazie alle quattro grandi colonne che ne abbelliscono il paesaggio tra i fairway della 8 e della 10 e che tuttora ne costituiscono l’emblema. Da allora ha ospitato per ben sette volte il PGA Tour nelle Baleari nella decade ‘88 – ‘98 ed è un lungo par 72 di 6542 m. Si trova su di un terreno leggermente ondulato e offre ampie vedute sulla Serra de Tramuntana da quasi ogni buca. La vegetazione è naturale e piuttosto fitta intorno agli specchi d’acqua ed è quindi facile trovare una nutrita presenza di fauna selvatica lungo e attorno il percorso. Sono quindi proprio gli ostacoli d’acqua, in ben nove buche, e i grandi bunker a offrire le difficoltà maggiori. I fairway sono abbastanza ben tenuti, i rough piuttosto veloci e i green davvero grandi. La club house è forse un po’ datata ma è molto spaziosa e confortevole. 

Ancora qualche chilometro ad ovest e si giunge al Golf de Andraxt che si trova nel golfo omonimo. È un campo molto impegnativo grazie ai frequenti dislivelli, agli ostacoli d’acqua e ai “muri” che terrazzano il percorso, esattamente come quando al posto del fairway c’erano gli ulivi. I fairway sono molto stretti, spesso affiancati da vegetazione matura o da piccole scarpate per cui non è difficile perdere la pallina nel rough. I suoi 6089 m (par 72) si sviluppano in una bella conca che digrada verso la spiaggia e sono infatti molte le buche dalle quali si ammira l’ampiezza del golfo. 

È vero, la tentazione di cimentarsi anche su altri campi è davvero forte ma, in ogni caso, sarebbe davvero grave fare l’errore di non regalarsi un’escursione lungo la costa di nord ovest. La statale che porta fino alla cittadina di Andraxt compie, in realtà, tutto il periplo dell’isola e quindi è sufficiente lasciarsi trasportare dal nastro d’asfalto per scoprire i meravigliosi panorami che questo tratto di costa offre da Punta de s’Algaret fino a Port de Soller. I rilievi aspri e calcarei s’innalzano per centinaia di metri sul mare offrendo magnifici scorci su baie e calette. I colori di questo paesaggio sono essenziali: blu profondo il mare, ocra chiaro le pareti a strapiombo sul mare e verde intenso la macchia mediterranea. Ma poi, quasi inaspettati, si incontrano piccoli paesini arroccati sulle rocce, insieme alle splendide ville dei VIP e alle mille terrazze coltivate ad ulivo, pazientemente rubate alla montagna dalla mano dell’uomo.