Grattacieli e moschee

Golf & Tourism  August – September 2003  Text & photo pages 72 – 78

Per chi arriva a Doha, con un volo notturno, le luci della città sono visibili da molto lontano. Dopo centinaia di chilometri di deserto dove nessun insediamento umano punteggia il nero della notte, il chiarore di questa capitale medio orientale rinfranca come la visione di un’oasi nel deserto. 

Lo spirito di questa città è infatti la calma, la forza tranquilla di chi sa di avere un futuro sereno per molti anni a venire. La piccola penisola del Qatar, che si protende all’interno del Golfo Persico, ha vissuto una storia minore sino a pochi decenni or sono. Doha non fu che un villaggio di pescatori di perle sino al secondo conflitto mondiale e il petrolio, scoperto negli anni trenta, cominciò a dare slancio alla sua economia soltanto dopo il secondo conflitto mondiale. Indipendente dal 1971, questo piccolo stato galleggia su di un mare di petrolio mentre nel nord del paese è stato recentemente scoperto uno dei più grandi giacimenti di gas naturale del pianeta, in grado di soddisfare il consumo dell’Unione Europea per i prossimi quattro secoli. Il Qatar non ha fretta e il suo sviluppo, deciso e costante, è teso a trovare un equilibrio tra le opportunità del futuro e la tradizione araba e islamica.

La Qatar Airways è una delle compagnie di bandiera con il più alto tasso di crescita annuale e il suo servizio è di qualità assoluta. La città possiede diversi mercati ed un grande centro commerciale. Il Doha City Centre è il più grande complesso commerciale di tutto il golfo. Insieme al “Mall” e al “Landmark” offre la più ampia gamma di prodotti da tutto il mondo e non mancano ovviamente i souq, i mercati tradizionali arabi. La consapevolezza di possedere delle bellissime spiagge ha prodotto, recentemente, un cambiamento nell’offerta degli hotel che dalla clientela affari stanno passando a quella turistica. 

Gli “open” di tennis e di golf hanno contribuito a far crescere positivamente l’immagine di questo paese. Il Qatar Masters, giocato sullo spettacolare campo del Doha Golf Club, ha ospitato campioni come Tiger Wood, Coltart, Seve Ballesteros e il nostro Costantino Rocca. Vera oasi nel deserto, il campo è stato concepito per stupire con i contrasti: gli ampi specchi d’acqua si trovano accanto alla nuda roccia dove le specie vegetali, provenienti dai deserti di tutto il mondo, sono state accostate con grande abilità e gusto estetico. 

Occorre dire che nonostante i fiumi di petrolio che scorrono, sotto alla sabbia e dentro alle grandi superpetroliere che attraversano il golfo, l’acqua di mare è sorprendentemente pulita. Per questa ragione e per il clima mite anche d’inverno, arrivano migliaia di turisti ogni anno, soprattutto dal nord Europa e dall’America. Sulla costa, sia a sud che a nord della capitale, si trovano i “resorts” delle grandi catene alberghiere e sono tutti di ottimo livello. 

Lo spirito rilassato di questa città si può facilmente apprezzare percorrendo la “Al Corniche”, un lungo mare di circa sette chilometri che offre una splendida vista sul golfo, sul porto dei dhow, le tipiche imbarcazioni di questi mari, sugli hotel più lussuosi e i locali alla moda. 

Nei souq si può osservare in tranquillità e sicurezza l’anima più tradizionale del paese. Quelli di Doha non sono ancora, per il momento, destinati ad una clientela straniera e riflettono quindi gli usi e le esigenze della popolazione locale. Quello dell’abbigliamento, in particolare, è ricchissimo di negozi per vestiti femminili e, ovviamente, se si desidera fare acquisti è tradizione contrattare. 

Al mercato degli animali, poi, non sono in vendita solo pecore e capre ma anche dromedari e cammelli e proprio qui ci si può imbattere in una delle più apparenti contraddizioni di questa terra: assistere alla compravendita di dromedari tramite i più moderni cellulari. 

Oggi questi animali sono allevati per puro divertimento. Le “corse di dromedari” sono infatti numerose. Vale la pena di controllare sui due quotidiani in lingua inglese “Gulf Times” e “Peninsula” il calendario delle gare che si tengono nello “Stadio delle corse”. Percorrere in auto la strada adiacente alla pista (18 km) che da Ash-Shahhainiya porta allo stadio è poi un modo ancora più emozionante per vedere gli animali in azione. 

Un’altra visita singolare è sicuramente quella ad uno dei negozi che vendono rapaci: falchi, sparvieri e milan. La falconeria è un’arte diffusa in medio oriente e i compratori giungono qui anche da molto lontano. Non appena varcata la soglia si entra in un’atmosfera silenziosa e ovattata per non disturbare gli animali che riposano tranquilli ed incappucciati sui loro trespoli. Qui la contrattazione avviene ancora nel modo più tradizionale. Seduti su comode poltrone, sorseggiando caffè, gli acquirenti osservano per ore i movimenti dei falchi per coglierne tutte le qualità mentre il venditore, con apparente noncuranza, scruta le intenzioni dei visitatori. 

Sono numerose le opportunità di svago fuori dalla capitale ma Khor al-Daid è, tra tutte le possibili escursioni, quella che più avvicina allo spirito di questa terra. Il “mare interno” è un ampio golfo che si insinua profondamente nel deserto a sud di Doha, al confine con l’Arabia Saudita. Per arrivarci però occorre attraversare un ampio tratto di deserto di alte dune di sabbia. 

Si può percorrere su potenti fuoristrada che si gettano a capofitto giù dai ripidi pendii, come piace agli anglosassoni, o piuttosto arrivarci al tramonto per assaporare meglio il silenzio e la magnificenza del paesaggio. In questo tratto di costa è facile vedere i dromedari che vivono liberi nel loro elemento e, con un po’ di fortuna, si possono incontrare anche gli orici: piccole antilopi dalle corna lunghe, affusolate e leggermente arcuate. Sono il simbolo di questo paese che pensa di trasformare questo luogo in un grande parco nazionale. 

Questo è un luogo molto particolare e un posto caro agli abitanti del Qatar. Tra le dune o in riva al mare è facile vedere le tende di foggia tradizionale dove le famiglie trascorrono il fine settimana. E’ un modo per rivivere il loro recente passato e le tradizioni del deserto di cui sono indubbiamente figli. 

Il mare si insinua profondamente in questa baia e, quando il sole volge al tramonto, i due elementi così opposti sembrano trovare infine equilibrio e armonia. Le onde s’infrangono lungo le rive sabbiose di questa terra e poi, mutate di natura e diventate di sabbia, continuano per centinaia di chilometri all’interno. Formano un paesaggio in cui tutto è mutevole per restare, tuttavia, sempre se stesso. Le onde di sabbia che si perdono all’orizzonte e che apparentemente si perpetuano all’infinito, nel tempo e nello spazio, affascinano l’anima e instillano nel cuore lo struggente desiderio di perdersi in questo immenso spazio vuoto, dove gli unici suoni sono il fruscio del vento e il sussurro del proprio respiro. 

Se un’emozione può valere un viaggio, allora questa è sufficiente.