Il Mondo del Golf n° 217 Text & photo pages 88 – 93
Raramente si associa l’Olanda al golf. Piuttosto si ricorda Amsterdam con i suoi canali, il nord con i suoi mulini a vento, le immense dighe a trattenere il mare e le infinite teorie di biciclette che qui costituiscono il più razionale mezzo di trasporto. Eppure la qualità dei campi da golf di questo Paese è molto elevata, giungendo in alcuni casi a livelli di assoluta eccellenza. Di tutta questa bontà tuttavia non traspare nulla, quasi che tutto ciò dovesse rimanere uno dei segreti meglio conservati di questa piccola ma dinamica nazione.
La realtà è che la maggior parte dei club vive di una agiata vita sociale propria e non ha mai nutrito nessun interesse ad incrementare il numero dei green fees; obiettivo che li lascia del tutto indifferenti. Di fatto, senza quasi volerlo, sono diventati molto esclusivi. Così esclusivi e gelosi della loro privacy che solo dopo una gentile ma strenua resistenza hanno acconsentito ad aprire le loro porte al Mondo del Golf con l’orgoglio di mostrare il loro “gioiellino” pari almeno al timore di dover affrontare frotte di nuovi golfisti.
È così che siamo andati a scoprire alcuni dei più bei campi d’Olanda e a visitare località turistiche forse meno note ma ugualmente suggestive. Così il campo di Noordvijk è il pretesto per conoscere le spiagge di Noordvijk aan Zee. Forse non sono la meta più ambita per un turista mediterraneo ma offrono un paesaggio selvaggio e suggestivo a pochi chilometri dalla metropoli di Amsterdam.
Nei pressi si trova anche la cittadina di Leiden con la sua prestigiosa e antica università. Camminando nelle vie o lungo i canali del suo piccolo centro si respira ancora la ricca storia che ha permeato questa graziosa cittadina che, alcuni secoli fa contese ad Amsterdam il primato sulla regione. Gli edifici dell’Accademia dell’università, della Cittadella e della Casa del peso si affiancano alle magioni dei mercanti lungo il canale Rapenburg. Qui Rembrandt nacque e sviluppò la sua arte e sempre qui, quattrocento anni fa, il botanico Clusius fece sbocciare il primo tulipano. La visita dei canali o di qualcuno dei dodici musei valgono bene la sosta.
Il traffico autostradale in questa zona d’Olanda è sempre piuttosto intenso ma non ci vuole comunque molto a trasferirsi ad Utrecht e al suo campo. Anch’essa possiede una prestigiosa università e per questo ha un aspetto giovane e dinamico anche nel suo suggestivo centro storico e lungo i canali che lo attraversano. Dominata dalla torre del duomo, raccoglie le sue case medievali, i graziosi giardini e i suoi musei d’arte nel perimetro dell’antico canale dei commerci. Quest’antica arteria fluviale si è trasformata oggi in un simpatico ritrovo conviviale ricco di locali trendy, dove i ristoranti offrono piatti tipici delle tradizioni culinarie di ogni parte del mondo.
Da Utrecht a Eindhoven non ci vogliono più di un paio d’ore d’auto e il gioco su uno dei più bei campi d’Olanda è il pretesto per una visita un po’ meno frettolosa ad una delle città più industriali di questo Paese.
Ciò che resta del borgo antico sono le caratteristiche case lungo la Stratumseind. Vecchio e nuovo si mescolano bene in questa città in un gradevole mix di convivenza a misura d’uomo e di modernità. Proclamata capitale europea del desing nel 2006 merita sicuramente di essere visitata lungo una direttrice che partendo dalla stazione ferroviaria giunge sino al Vanabbemuseum, il museo di arte contemporanea e la sua collezione di Picasso, Chagall, Mondrian e numerosi altri.
Da qui all’aeroporto di Schiphol la distanza è relativamente breve ma le attrattive del parco di Efteling possono meritare una sosta un po’ più lunga: quando il vento soffia nella giusta direzione le urla di gioia ed eccitazione dei “ragazzini” di tutte le età arrivano a lambire i faiway delle prime buche del campo.
Il Golf
Noordwijkse Golfclub (Randweg 25, 2204 AL Noordwijk, tel. 0031-252-373761, www.noordwijksegolfclub.nl): 18 buche, par 72, 6280 m. SS 135.
È uno dei quattro migliori campi d’Olanda e si trova a meno di trenta chilometri dall’aeroporto di Schiphol. È situato tra le dune costiere a nord della piccola stazione balneare di Noordvijk aan Zee, nei pressi di Noordwijkerhout e occorre fare bene attenzione alle indicazioni perché sono solo appena accennate: i soci sanno bene dove si trova. Venne fondato nel 1913, uno dei primi in Olanda, aprì le sue prime 9 buche nel 1915 e sin dall’inizio manifestò chiaramente la sua vocazione ad essere uno dei più bei links dei Paesi Bassi. Oggi si trova su di un terreno situato più nord del percorso originario poiché negli anni ‘50 la cittadina di Noordvijk si espanse a tal punto da obbligalo a trovare una nuova collocazione. Anche oggi i 60 ettari in cui si sviluppa mantengono inalterati il fascino e la bellezza di questo tratto di costa olandese e il piacere di trovarsi su di un links naturale. Soltanto quattro, delle diciotto buche, si sviluppano in mezzo alla pineta che costeggia le dune costiere. Il primo a disegnare questo nuovo percorso (6280 m, par 72) fu Ken Cotton, negli anni ‘60, e alla sua mano si sono aggiunte successivamente quelle di Pennink e Lawrie & Co. ma lo spirito è quello dei grandi campi scozzesi poiché il terreno è stato lasciato nella sua conformazione più naturale.
Giocare nella brughiera da sempre sensazioni bellissime ma i fairway sono stretti e il semi rough è quasi inesistente. Il resto è rough di vegetazione bassa a cespugli fitti di erica, gorse e fescue alta che ondeggia al vento onnipresente e dov’è sicuramente più facile ritrovare la pallina persa da qualche altro giocatore che la propria. I green sono piccoli “alla moda antica” come sottolinea R.P. van de Pol, direttore del club. Come in tutti i links lo splendido colpo d’occhio sul mare e sul campo, offerto da numerosi tee, è solo un’affascinante illusione: le linee di tiro sono molto strette e i fairway molto ondulati. Dai tee delle buche 2, 4, 8, 10 e 15 il tiro è cieco, i bunker sono molto profondi, la buca 2 ha anche un ostacolo d’acqua e il vento di sud-ovest soffia quasi regolarmente impegnando tutte le buche sul fronte mare in un gioco necessariamente basso. Contrariamente al solito, credo che sia più utile menzionare la più facile: la 12. È un par 3 di 152 metri, dov’è necessario arrivare direttamente sul green o nei dieci metri di fairway che lo precedono poiché il resto è rough puro. Non è proprio il percorso del Carnoustie ma per gli ospiti uomini è comunque necessario possedere un handicap minimo di 24 mentre per le donne è 26. I visitatori sono ammessi soltanto nei primi tre giorni della settimana: dal lunedì al mercoledì.
Eindhovensche Golf (Eindhovendscheweg 300, 5553 VB Valkenswaard, tel. 0031-402014816, www.eindhovenschegolf.nl): 18 buche, par 72, 5923 m. SS 135.
È la seconda delle gemme visitate in questo viaggio e grazie al suo direttore, il Sig. T.S. Aghina di lontane origini lombarde, ci accoglie con un calore di sapore mediterraneo ma non per questo il Club è meno esclusivo. Fondato nel 1936 dalla famiglia Philips (ad Eindhoven si trova la sede dell’omonima multinazionale di elettronica) ha mantenuto sino agli anni ‘70 il carattere di un dopolavoro di lusso: il 50% dei soci era dipendente dell’azienda. Oggi non è più così ma tra i suoi mille soci sono ancora moltissimi quelli che hanno ereditato l’appartenenza al club. Dall’anno di fondazione si sono avvicendati soltanto quattro presidenti poiché il fondatore della Philips e poi sua moglie lo hanno condotto sino a pochi anni fa.
Per tutte queste ragioni e per la passione per il golf di Philips padre questo campo ha, fin dall’inizio, ricevuto cure davvero particolari. Il disegno di Henry Colt (5923 m, par 72) non ha subito sostanziali modifiche ma il parco in cui si trova ha avuto tutto il tempo di ripristinare la sua splendida naturalezza. È un classico park land di assoluto valore e, grazie ai 100 ettari in cui si sviluppa, offre un gioco molto tranquillo. Per merito delle attenzioni e della passione della Signora Philips sono poi state inserite numerose essenze esotiche che hanno trasformato questo percorso in uno splendido giardino botanico. Il lago che fiancheggia alcune buche e che fornisce acqua agli altri ostacoli d’acqua è veramente naturale. I fairway sono molto ben curati, ampi ma con un semi rough corto ed un rough alto e incolto nel bosco che circonda il percorso di gioco. I green sono veloci e non particolarmente ampi.
La club house è molto confortevole e linda come una casa di bambole, con una cura quasi maniacale per i dettagli. L’edificio e tutti i ricoveri per ripararsi dalla pioggia hanno il tetto in giunchi, esattamente nello stesso stile delle case antiche di questa regione.
I visitatori devono comunque essere in possesso di un handicap 28 nei giorni feriali e 24 nel weekend, sia per gli uomini sia per le donne, ma di fatto nel weekend il campo è riservato ai soci ed ai loro ospiti.
Golfsociëteit Lage Vuursche (Dolderseweg 262, 3734 BS Den Dolder, tel. 0031-302292594, www.golflagevuursche.nl): 18 buche, par 71, 6287 m. SS 141.
Si trova nei pressi di Bilthoven, leggermente a nord est rispetto a Utrecht, alla rotonda prendere a sinistra la strada N 238, direzione (richting) Zeist, poi ancora la prima strada a sinistra e l’ingresso è dopo la fattoria, a sinistra.
Sono talmente restii a farsi conoscere che non c’è nemmeno il cartello di benvenuto all’entrata; anche qui i soci, che sono più di 700, “sanno benissimo dove si trova”. Si tratta di un club molto recente costruito negli anni ’98-2000 su disegni di Robert Trent Jones Jr. e Kyle Phillips che hanno lasciato una chiara impronta americana nei larghi green e nei numerosi specchi d’acqua che ne costituiscono la difficoltà maggiori. Diversamente dal precedente, qui i fairway sono larghi ma ondulati ad arte e tutto è stato costruito fin nei minimi dettagli, come pure i green veloci ma molto mossi. I bunker sono tutti grandi e molto chiari. Dei 56 ettari di bosco in cui è immerso, conserva ancora alcuni pregevoli elementi naturali come la splendida quercia che protegge, a destra, l’accesso al green della 16, a soli 33 metri dalla bandiera, mentre a sinistra ben quattro grandi bunker svolgono lo stesso compito. Coerentemente con lo spirito americano la club house è molto spaziosa, efficiente, confortevole e ottimamente organizzata con meeting room, area fitness, sauna e massaggi.
Efteling golfpark (Veldstraat 6, 5176 NB De Moer, tel. 0031-41628839, www.efteling.com): 18 buche, par 72, 5950 m. SS 120.
È un ottimo campo commerciale che si trova accanto ad una simpatica versione olandese di Disneyland. Il greenkeeper ha fatto un lavoro davvero eccellente. I fairway sono molto curati e i green, di grandi dimensioni e piuttosto ondulati, sono molto veloci. La maggior parte delle buche è divisa unicamente da vaste estensioni di rough molto alto e impegnativo. Nonostante lo spazio molto aperto, le linee di tiro sono piuttosto strette e ci sono alcune buche che possono essere giocate in modo diverso a seconda di dove viene posizionata la bandierina sul green. In caso di tornei importanti la difficoltà di gioco viene variata restringendo il fairway. È l’acqua ha dare l’impronta principale a questo percorso e a costituirne le difficoltà maggiori. L’impegno del gioco è però decisamente minore rispetto ai campi menzionati precedentemente e può consentire di chiudere in bellezza una settimana di golf anche a chi non ha un handicap molto basso.