Golf e Turismo Agosto – Settembre 2017 text & photo pages 87 – 93
È sufficiente un breve viaggio, un’ora d’auto, per uscire dalla “périphérique” di Parigi e visitare tre castelli e altrettanti golf che meritano una piacevole fuga dalla capitale francese. Sono diversi uno dall’altro, così come lo sono i fairway dei club che ci hanno ospitato, e ognuno di essi merita una sosta non frettolosa. Tutti però hanno una cosa in comune, siano essi castelli o golf: l’amore per l’acqua. Questo elemento ne contorna i limiti, si insinua nei suoi angoli più belli, è specchio delle sue più suggestive immagini ed è sempre l’artefice delle difficoltà di gioco più temibili in questa regione. Meglio farsene una ragione e, come si dice, gettare il cuore oltre l’ostacolo perché la ricompensa è notevole…
Chartres è la prima tappa e da sola var- rebbe il viaggio. Il suo borgo antico e la sua cattedrale recentemente restaurata sono un gioiello da non perdere.
E quando sono solo le stelle in cielo a farla risplendere, sono le installazioni di “Chartres en lumières” ad essere un validissimo motivo per fare quattro passi nel suo centro storico.
A pochi chilometri da questa antica città troviamo il castello di Maintenon, che Françoise d’Aubignè acquistò insieme al titolo di marchesa prima di diventare amante e poi sposa segreta di Luigi XIV. Fu poi il Re Sole a dare la forma e l’aspetto attuale a questa dimora e a costruire l’acquedotto che ne attraversa il parco.
Le sue numerose sale, restaurate e arredate con mobili dell’epoca, e il suo splendido giardino offrono oggi una interessante visita da non mancare.
Il Golf du Château de Maintenon conta circa 150 soci ed è stato realizzato all’interno dell’antica tenuta del castello.
I suoi fairway giocano a nascondino tra le altissime arcate dell’acquedotto, sopravvissute alle intemperie dei secoli, e si allargano tra le grandi quinte verdi che fanno di questo simpatico par 70 un parkland di buon livello. A definire meglio il suo carattere, troviamo un imprecisato numero di corsi e ostacoli d’acqua nei quali si specchiano entrambe le costruzioni secentesche.
Solo la 11 è esente da ostacoli liquidi, ma dal back tee si deve infilare il drive in uno stretto varco tra i massicci pilastri che sostengono il condotto.
La firma di questo campo è sulla 14, un lungo par 3. Occorre superare di sbieco il canale che porta l’acqua proprio intorno al giardino del castello, ma fermatevi un attimo sul ponticello che lo attraversa e guardate indietro verso il tee. La vista vi ripagherà di qualsiasi offesa subita dal vostro score.
Più o meno alla stessa distanza da Parigi, ma non lontano da Fontainebleau, troviamo una meta che merita una sosta anche più meditata: il Château Golf & SPA d’Augerville. Abbiamo visitato questo parkland di nobili origini e di notevole fascino al termine di un grande lavoro di rinnovamento e con l’inversione delle prime nove buche con le seconde.
I fairway sono ben curati e i green mai in piano, soprattutto quelli situati in posizione più elevata sulle lievi ondulazioni del round di ritorno.
Il percorso si sviluppa anch’esso intorno all’omonimo castello ed è decisamente il più impegnativo di questo viaggio anche se la bellezza del suo disegno, che s’inoltra in una foresta di querce di oltre cento ettari, sembra mitigarne la pericolosità.
Concepito con una struttura classica, offre un approccio più facile alle prime buche di ogni round mentre presenta le difficoltà maggiori alla 9 e alla 18, dove il colpo d’occhio sul castello dietro all’isola del green è la firma del campo.
Dove non vi sono ostacoli d’acqua ci pensano i bunker e il rough vero, dietro ai green veloci, a tenere sempre alta la concentrazione.
Conta circa 200 soci e sono molti i parigini che vengono fin qui per godersi sia il campo sia le delizie della residenza che offre, oltre alla club house, anche una SPA “à la carte” (Carita e Decléor) e una finissima cioccolateria.
All’interno dell’edificio principale, completamente restaurato, si trovano invece unicamente suite e un ristorante d’eccezione. Il suo chef Mickaël Brinioli è una stella Michelin e il Restaurant Jacques Coeurs varrebbe, da solo, “le détour”.
Solo un’ora d’auto separa il Castello d’Augerville da quello di Sully-sur-Loire e quindi dalla Sologne e le rive della Loira. Orleans è la capitale di questa vasta regione, meglio conosciuta per i suoi castelli, ma è a Sully-sur-Loire che il più lungo fiume di Francia entra nel cuore di queste immense distese di boschi selvaggi, di grandi dimore e di passione per la natura.
Da secoli questo Giardino di Francia, così lo chiamano gli stessi francesi, è stato il luogo di divertimento di nobili e borghesi, ha ospitato splendide dimore di caccia e grandi allevamenti di cavalli, immense distese di riserve venatorie e di tenute agricole.
Ed è proprio a pochi chilometri da questa cittadina e dal suo castello, costruito da Raymon du Temple alla fine del ‘300, che troviamo il Garden Golf. Nei suoi 72 ettari di estensione ha realizzato 27 buche che offrono, comunque giocate, dei par 72 facili e gradevoli.
Un bel bosco di querce, betulle, pini e castagni ne forma l’ossatura centrale che lo taglia da est a ovest mentre i fairway sono generalmente molto larghi e i green piuttosto piatti.
I percorsi si chiamano Sarcelles (alzavole) situato nel tratto più pianeggiante, Chevreuils (caprioli) con fairway più stretti e delimitati, Faisans (fagiani) contornato da belle quinte di alberi.
Comunque le si vogliano giocare, superano di poco i cinque chilometri e mezzo. Ma la simpatia, la convivialità e l’accoglienza di tutto lo staff, e pure dei soci, segnano molti punti a favore di questo club che merita di essere visitato per assaporare in pieno l’atmosfera di questa regione. Qui si gioca immersi nella campagna, lontano da strade, folle di turisti e centri abitati, ed è proprio la sua diciannovesima buca ad offrire la migliore opportunità per incontrare la gente della Sologne e per condividere la loro cordialità.