Montagna Oggi March April 1998 Text & photo pages 25 – 26
Aste Beon e un paesino di cento sessanta anime ai piedi dei Pirenei a metà strada tra Pau in Francia ed il confine con la Spagna al Col del Pourtalet. Talvolta vi passa il Giro di Francia; sui teleschermi compare per un attimo il cartello indicatore poi la carovana colorata del Tour passa oltre e l’oblio si riprende la vita quotidiana di questo villaggio della Valle d’Ossau come di tanti altri paesini di queste montagne: l’ultimo esercizio commerciale chiuse la sua attività vent’anni fa.
Il patrimonio di Aste Beon, se così si può dire, consisteva nei suoi pochi abitanti, in ottantadue ettari di falesia, una dozzina di avvoltoi ed un alpeggio che, sopra la falesia, cercava di sopravvivere producendo latte e formaggi come tanti altri nei Pirenei. Le premesse non erano certo entusiasmanti eppure i grandi progetti non nascono quasi mai dall’abbondanza di mezzi ma dai sogni di alcuni uomini, dalla forza della loro passione e soprattutto dalla capacità di comunicarla agli altri: oggi Aste Beon richiama circa cinquantamila visitatori l’anno ed e uno dei motori turistici della valle.
Sotto alla “Falesia degli avvoltoi” che l’ente Parco dei Pirenei ha protetto in una riserva naturale c’e una delle più belle ed interessanti “case del parco”. Un felice compromesso: un po’ museo, un po’ supporto didattico alle scolaresche, un po’ di divertimento, un po’ di informazioni scientifiche comunicate in modo semplice e alla portata di tutti, bambini compresi. Dopo un breve giro guidato si arriva al dunque: una saletta da piccolo cinema d’essai con il suo grande schermo bianco. Quando le luci si spengono in sala però arriva veramente l’emozione perché dopo alcune immagini di repertorio che illustrano la vita di quei grandi volatori che sono gli avvoltoi si ferma la registrazione ed inizia la diretta: le telecamere fissate sulla parete centinaia di metri più sopra e comandate direttamente dalla operatrice all’interno della sala vanno a curiosare nella vita quotidiana nei nidi posti sugli strapiombi della falesia, Gli avvoltoi sono uccelli stanziali, vivono in coppia, nidificano in colonie, hanno caratteristiche individuali riconoscibili e si può, per convenzione e per “spettacolo”, dar loro nomi propri. Tutto ciò facilita l’immedesimazione del pubblico e la drammatizzazione del commento. Ciò che qualche attimo prima si era intravisto attraverso i potenti binocoli disposti dietro la grande vetrata della “casa” che guarda la falesia, ora e perfettamente chiaro come se si fosse seduti a meno di tre metri dal nido più vicino.
Vi posso assicurare che l’effetto e davvero notevole: chi ha mai avuto un attimo di emozione guardando un’aquila roteare nel cielo, non potrà che ammirare questi volatori davvero possenti.
Dal ’93 al ’96 la falesia degli avvoltoi può contare su tre documentari di ventisei minuti su France3 nella trasmissione “Grandes espaces”; due reportages sulle reti nazionali TF1 e France2; un reportage nella trasmissione ANIMALIA su France2; decine di altri passaggi sulle reti locali e nelle zone francofone del Belgio e del Canada senza contare gli articoli sui media di vario genere, da Montagne Expansion al National Geographic, da Radio France ad Elle.
E’ ovvio che il comune di Aste Beon da solo non avrebbe potuto con il suo bilancio annuale di circa cinquanta milioni (FF) realizzare un progetto, del valore di un miliardo e mezzo (FF). L’assistenza del parco e stata determinante nella protezione del territorio, nella realizzazione tecnica e nel reperimento dei fondi. I realizzatori del progetto hanno dovuto lavorare molto per riuscire a far accettare la presenza di questi uccelli agli allevatori della regione e ci sono voluti quasi venti anni per arrivare ad avere novanta coppie nidificatrici sulla falesia. Tuttavia le cifre danno ragione al progetto: oggi un terzo dei visitatori viene nella Valle d’Ossau per visitare la falesia; la riserva ha creato posti di lavoro ed è un ente ampiamente in attivo; Aste Beon ha riaperto negozi ed un bar-ristorante nel ’95; l’economia dell’alpeggio ha ripreso fiato vendendo direttamente i suoi prodotti ai turisti.
Tra la gente della valle ed il Parco c’e stima e reciproca fiducia poiché tutta la Valle d’Ossau ne trae beneficio: la riserva motiva infatti i turisti a restare un giorno in più ed incrementa i pernottamenti per circa un terzo dei visitatori.