Montagna Oggi Novembe December 1999 Text & photo pages 48 – 49
È convinzione antica che la natura non abbia confini. Per chi vuole affrontare la fatica di salire sino ai 3297 metri della cima del Monte Argentera sarà una verità piuttosto evidente. A nord si staglia la piramide aguzza del Monviso e a sud ovest si vede, lontano nelle giornate limpide, il mare.
È proprio il Mar Mediterraneo, a non più di sessanta chilometri di distanza, che segna con la sua presenza queste montagne: le Alpi Marittime. Le epoche glaciali e l’altitudine conferiscono a questi monti un aspetto alpino, ma il clima del mare si insinua in queste valli e crea una moltitudine di condizioni particolari, ognuna favorevole a specie alquanto diverse: nei pressi di Valdieri (CN) in Valle Gesso sopravvive, è il caso di dirlo, il Ginepro della Fenicia.
Tra queste montagne a cavallo del confine tra Francia ed Italia si trovano una sessantina di specie di cento cinquanta specie di uccelli, una trentina di specie di rettili, oltre cinquemila specie di invertebrati, oltre duemila specie vegetali di cui duecento rare e oltre trenta endemiche.
Per le politiche di tutela ambientale iniziate nei primi anni settanta fu un obbligo morale ed un imperativo ecologico proteggere questo patrimonio naturale. Il 18 agosto del 1979 venne creato, in Francia, il Parco Nazionale del Mercantour a tutela di 205.000 ettari di territorio alpino suddiviso in una dozzina circa di vallate intorno al massiccio del Mercantour.
Sul versante nord di quelle stesse montagne il 30 maggio 1980 venne istituito il Parco Regionale dell’Argentera con una estensione di quasi 26.000 ettari suddivisi in tre vallate intorno al monte omonimo. Più recentemente è stato esteso il suo territorio inglobando la Riserva Naturale di Palanfrè e cambiata la sua denominazione in Parco Regionale delle Alpi Marittime. Se è vero che in queste valli esiste una natura assai spettacolare è altrettanto vero che queste montagne sono un territorio dove l’uomo vive da epoche ancestrali. I pastori dell’epoca del bronzo che risalivano queste valli per i loro abbondanti pascoli ci hanno lasciato un patrimonio di oltre 300.000 incisioni rupestri, in quella che giustamente viene chiamata la Valle delle Meraviglie. Ancora più recentemente e sino quasi ai nostri giorni queste valli hanno vissuto la stessa storia, coltivato lo stesso idioma (la lingua d’oc) e subito l’esodo massiccio avvenuto dopo l’ultimo conflitto mondiale.
Sin dall’inizio i direttori dei due parchi , scoprirono di avere analoghi problemi di gestione. Gestire in modo integrato la tutela offriva maggiori prospettive di successo: un ragionamento identico valeva per la reintroduzione di specie in pericolo, come lo stambecco, o addirittura estinte come il gipeto barbuto. Anche la gestione del lupo, ultimo e spontaneo arrivo, trae oggi vantaggio da questa collaborazione ultra decennale. Dal 1987 questa collaborazione fattiva , è diventata ufficiale con il gemellaggio dei due parchi, la produzione di pubblicazioni bilingue comuni; la realizzazione di convegni; il progetto di reintroduzione dello stambecco (durato sino al 1995); operazioni comuni di monitoraggio della fauna e la concertazione tra i membri del Consiglio di amministrazione; azioni comuni nella comunicazione, film, mostre e giornali.
Nel 1993 arriva il primo riconoscimento ai due parchi con il Diploma europeo dell’Ambiente dal Consiglio d’Europa e nello stesso anno inizia l’operazione congiunta di reintroduzione del Gipeto: il più grande volatore dei cieli europei.
I due parchi stanno ora inseguendo altri due importanti traguardi. Il primo è quello di inserire l’area nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, nella quale sono selezionati i siti culturali e naturali di valore unico per l’Umanità e di inserire i due parchi nel programma MAB (Man and Biosphere: Uomo e Biosfera) che seleziona aree dove sperimentare un’armoniosa interazione tra protezione della natura e lo sviluppo sostenibile. Il secondo è quello di creare un Parco Europeo attraverso un’integrazione progressiva delle regolamentazioni e della gestione, anticipando i tempi e la stessa legislazione europea.
Nel frattempo sono state attuate una miriade di iniziative per gli oltre settecentomila visitatori annuali dei due parchi: dodici strutture d’informazione e accoglienza sul versante francese, quattro su quello italiano; numerosi sentieri attrezzati; animazione nelle scuole e nelle comunità locali; iniziative culturali e promozionali delle produzioni locali.
Si potrebbe obbiettare che tutto ciò è frutto di circostanze fortunate. In realtà queste montagne sono li da qualche milione di anni, se ora sono apprezzate è perché alcuni uomini e donne (il Direttore del Parco Alpi Marittime è la Dottoressa Patrizia Rossi), amministratori e tecnici, hanno voluto e saputo lavorare per l’eccellenza e hanno cercato soluzioni che potessero trasformare una regolamentazione del territorio in una risorsa per le popolazioni locali.