L’arcipelago in città

Golf & Tourism  July 2005 Text & photo pages 134 – 140

Una delle immagini più immediate che si affaccia alla mente, quando noi mediterranei pensiamo alla Svezia, è una visione di immense foreste di abeti. Un mare di verde che diventa bianco in inverno, quando è coperto dalla coltre nevosa. Invece è proprio il mare, quello vero, a dare il carattere più vivo alla città di Stoccolma che si adagia su di una quindicina di isole più o meno grandi, tra il lago Mälaren e il Mar Baltico.

Proprio nella sua parte più centrale e ricca di palazzi fine secolo, la capitale della Svezia offre un sicuro porto alle grandi navi da crociera come alle più piccole imbarcazioni da diporto e nei suoi cieli sono i gabbiani a giocare tra le sartie delle navi, tra le foreste degli alberi delle barche a vela ed i comignoli delle case, che si affacciano numerose sulle rade di questa città.

Il suo cuore più antico si trova sull’isola di Gamla Stan, dove sorgono il palazzo reale e il borgo medievale, con le sue stradine strette, i negozi di antiquariato e oggetti della marina ma anche pub, gallerie d’arte e ristoranti. Perché Stoccolma è una città che ama l’arte e la cultura. Non solo per i suoi musei ed i numerosi teatri, ma soprattutto per la grande passione degli svedesi per la musica, classica, jazz o moderna che sia.

Nelle lunghe serate estive, la luce del sole pare non arrendersi mai al buio della notte e stimola la città a rimanere attiva e vitale come e più di altre capitali meno nordiche. Se le gesta vichinghe sono ormai soltanto più un ricordo, lo spirito marinaro degli svedesi è rimasto intatto. Le isole su cui sorge Stoccolma sono le propaggini più interne di un arcipelago che ne conta oltre 24.000 e che costituisce, tra l’altro, il più grande parco nazionale situato vicino ad una capitale europea. Questo dedalo di insenature offre rifugio ad ogni tipo d’imbarcazione, regala paesaggi inconsueti dove i boschi di conifere si spingono a lambire le onde e può concedere persino l’emozione di recarsi al proprio campo di golf anche in barca.

Esatto: il golf. Perché recentemente gli svedesi hanno scoperto di possedere una travolgente passione per questo gioco. Negli ultimi quaranta anni hanno decuplicato il numero dei campi, sfiorando attualmente i 500. La Federazione nazionale ha superato i 600.000 iscritti, su una popolazione nazionale di soli 9 milioni di persone, e il trend in crescita è ancora forte. Il golf è entrato così a fondo nell’animo di questa nazione che è normale scorgere all’aeroporto, tra i bagagli di viaggio, numerose sacche accuratamente disposte che ricevono un’adeguata attenzione. È normale vedere immagini pubblicitarie che utilizzano il golf quale veicolo di comunicazione. Persino l’acqua minerale Ramlosa, una delle più conosciute in Svezia, pubblicizza sull’etichetta delle sue bottiglie il suo Open.

Come sia potuto sbocciare questo amore tra gli eredi dei Vichinghi e questo sport molto pacifico ce lo spiega Johan Dalhqvist, direttore della prestigiosa rivista della Federazione (13 uscite con 355.000 copie al mese): “Il successo di questo sport si è verificato principalmente per tre fattori. Gli svedesi non temono le condizioni meteorologiche sfavorevoli, amano stare all’aria aperta e tutto ciò che concerne la natura, come del resto altre popolazioni nordiche. E infine l’approccio al golf è molto più informale che in altre nazioni. C’è un atteggiamento meno elitario nella concezione del club. Il campo di golf è un luogo di gioco non di intrattenimento. È vero che all’interno dei club si formano naturalmente raggruppamenti in base alle amicizie e alle professioni, ecc…. Ma, quando si gioca non si fanno distinzioni di sorta. Questo è un comportamento diffuso nella cultura nordica, dove la ricchezza non è generalmente ostentata”.

“La popolazione golfistica – continua Dalhqvist – è quasi interamente composta da giovani e anziani. Manca la fascia intermedia, quelli in età da figli piccoli, che dispone di minor tempo libero. Tuttavia i margini di incremento sono ancora elevati poiché un recente sondaggio ha rilevato che almeno altre quattrocentomila persone aspirerebbero a diventare golfisti”.

In anni più recenti vi è stato infine l’effetto trainante di ottimi giocatori svedesi che hanno creato un’immagine positiva per questo sport. Sono così arrivate le sponsorizzazioni di aziende leader, svedesi e straniere, che hanno favorito il movimento. Un’altra delle particolarità che ha avuto un effetto positivo è stata la creazione di tornei (oltre ai normali ProAm) in cui i professionisti possono giocare insieme ai normali appassionati. Alla luce di questi fatti appare quindi meno casuale che Elin Nordegren, la bellissima moglie di Tiger Woods, sia una modella svedese conosciuta dal grande campione durante il British Open del 2001.

Da tutto ciò ne consegue che, nei pressi della capitale, vi siano numerosi e ottimi campi di gioco. Tra tutti ne abbiamo visitati quattro che sicuramente meritano una particolare attenzione.

Quando venne costruito, nel 1904, lo Stockholm G.K. doveva essere completamente immerso nel verde. L’unico edificio nelle vicinanze era l’elegante residenza estiva della famiglia reale che occhieggia tuttora discreta dall’altra parte di una delle tante insenature del lago Mälaren. Oggi si trova quasi in centro città ma ha mantenuto un po’ del suo carattere selvaggio per i suoi notevoli dislivelli. Green e fairway sono ben curati e, poiché si trova proprio di fronte alla sede della Federazione Nazionale, ha una club house importante.

A circa mezz’ora d’auto dal centro cittadino, seguendo l’autostrada per Norrtälje, si arriva all’Ullna Golf Club che si sviluppa lungo la riva del lago Ullnasjön che ne determina sia le bellezze sia le difficoltà. È stato concepito sin dall’inizio per le competizioni, sia nella costruzione, sia nell’estensione (solo 40 ettari) affinché il pubblico potesse osservare gran parte del gioco effettuando pochi e brevi spostamenti. Il suo aspetto è più “internazionale”, poiché sono state introdotte essenze provenienti da regioni europee molto lontane e tuttavia conserva al suo interno due sepolture vichinghe che sono venute alla luce durante i lavori di realizzazione. Fondato nel 1981 è stato disegnato da Sven Tumba, uno dei più grandi atleti svedesi di tutti i tempi: campione mondiale di hockey su ghiaccio, membro della squadra nazionale svedese di calcio ed infine di quella di golf. La struttura dei percorsi è tale da consentire più alternative: i giocatori “normali” possono seguire il percorso più semplice e cercare il par, i professionisti, azzardando sugli specchi d’acqua, possono tentare invece di andare sotto.

Il campo è curatissimo, sia nella struttura sottostante al tappeto erboso, sia nella manutenzione dei green che sono velocissimi e dal disegno difficile e complesso. La sabbia dei bunker è in polvere di marmo e spicca bianca sul tappeto verde. La sua principale difficoltà è costituita dalla buca tre: il marchio del campo. Un par tre che il cui green si situa virtualmente su di un’isola, al termine di un dislivello di 15 metri e con bunker ed alberi a difenderne il lato destro. Anche la 13 e la 17 sono molto impegnative per l’esiguità dei fairway, il numero di ostacoli lungo il percorso e intorno ai green. Su questo campo hanno giocato in torneo Colin Montgomerie, Tiger Woods, Jesper Parvenik, Nick Faldo e molti altri ed è regolarmente frequentato da persone importanti sia svedesi sia straniere. Un’accurata politica di sponsoring e di gestione del club ne hanno fatto il campo più VIP di tutta la Svezia al punto che il secondo putting green è, di fatto, il luogo dove atterrano gli elicotteri.

Di tutt’altra natura è il Fågelbro Golf & Country Club. Se dal centro cittadino si segue la statale 222 è sufficiente un’ora d’auto per giungere all’estremo lembo di terra che si trova ad est della capitale chiamato Fågelbrolandet, la terra dei fagiani, prima di giungere al mare Baltico e all’arcipelago con le sue migliaia di isole. È qui che si trova la vasta tenuta di FågelbroHus, oltre trecento ettari di boschi e radure, di abeti che avvinghiano le loro radici al granito e che lambiscono gli specchi d’acqua del percorso o, poco lontano, le tranquille acque del mar Baltico. Equitazione e golf convivono felicemente senza problemi di spazio.

La club house si trova in un edifico costruito nel 1721 e il campo è estremamente curato e ben disegnato. Ci sono alcune notevoli difficoltà come il green della 8, difeso da un poderoso bunker che lo circonda quasi interamente, o quello della 2 a cui occorre arrivare aggirando sapientemente un largo specchio d’acqua. Il percorso si sviluppa in modo che la club house sia spesso in vista e il colpo d’occhio migliore sul campo è proprio quello offerto dall’ultima buca. L’hotel è una confortevole e lussuosa residenza di campagna, il servizio efficiente e la cucina davvero ottima e costituisce un’ottima base per un’escursione alla bellissima isola di Sandön.

Nei pressi di Fågelbro si trova inoltre il Saltsjöbaden Golfklubb, un bel campo del 1929: uno dei primi ad essere costruiti in Svezia. In questi anni ha subito alcuni lavori di ammodernamento ma il contesto naturale è stato rispettato e offre il piacere di giocare nel tipico paesaggio svedese e può quindi costituire un valido complemento per chi decide di prolungare il soggiorno in questa regione. 

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