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Montagne in verde

SCI  Summer 1997 Text & photos pages 78 – 85

La notte è trascorsa serena sotto la luce di una falce di luna quando, al primo albeggiare, arrivano silenziosi dagli angoli più remoti della foresta con un fruscio d’ali appena avvertito. Immediatamente la quiete dell’alba è rotta da un tubare sommesso, che a poco a poco muta in avvertimento di lotta e diviene infine un crescendo che riempie la valle delle grida di sfida e di supremazia. Ancora una volta si ripete il rito primaverile dei galli forcelli che nell’arena di canto si sfidano per stabilire le gerarchie e conquistare le femmine accorse a tanto clamore.

Un parco serve soprattutto a questo: perpetuare la vita degli animali con i loro riti più segreti. Il parco Nazionale dello Stelvio, il più grande di tutte le Alpi (1.300 chilometri quadrati divisi tra Lombardia e Trentino Alto Adige ), offre questa ed altre meraviglie come il bramito dei cervi nella stagione autunnale degli amori e le migrazioni stagionali di camosci e stambecchi con il parco svizzero dell’Engadina con cui confina a nord.

La sede si trova a Bormio che insieme a Santa Caterina Valfurva non costituisce soltanto un centro sciistico di valore mondiale, ma è una facile porta d’accesso a tutte le valli lombarde del parco stesso. L’ambiente alpino è maestoso e se l’inverno imbianca uniformemente di neve tutto il paesaggio, d’estate i centoquindici ghiacciai offrono la sensazione di trovarsi comunque in alta montagna.

Le foreste di larice, abete rosso e soprattutto di pino cembro nobilitano i pendii e ombreggiano miriadi di sentieri. Queste valli sono attraversate da mille cinquecento chilometri di sentieri tutti ben segnati che conducono a forre, cascate, rifugi alpini e, volendo, anche in cima alle vette del gruppo Ortles-Cevedale che sfiorano i 4000 metri di altezza, là dove volano le aquile.

Questo è il regno di camosci e stambecchi e proprio grazie all’abbondanza di questi animali oggi il parco sta attuando un progetto per la reintroduzione del gipeto (avvoltoio degli agnelli), un grande volatore di oltre quattro metri di apertura alare. Il Giardino Botanico di Bormio (2500 specie) e i centri faunistici di Valdidentro e Valfurva consentono comunque di avere una visione generale della flora e di alcuni animali che vivono in queste valli.

La Val Zebrù, la Val dei Forni e la VaI Fraele sono facilmente raggiungibili in auto, che si lascia nelle aree attrezzate a parcheggio, e poi si continua a piedi su facili sentieri. Nella Valle dello Zebrù è facile incontrare cervi, camosci e stambecchi; il sentiero della Valle Forni raggiunge uno dei più grandi ghiacciai delle Alpi; in Val Fraele si raggiunge l’omonimo lago e i due grandi bacini idrici di Cancano e S. Giacomo. Anche se fuori dal perimetro del parco merita una visita la bellissima Val Viola Bormina, almeno sino ai laghetti alpini sotto al passo di confine con la Svizzera.

Presso l’ufficio APT di Bormio è in visione un’ampia scelta di guide (sono oltre una decina) sui sentieri del parco che si possono comprare nelle librerie della città. Un’ottima carta escursionistica del parco è quella realizzata dalla Kompass (072).

INDIRIZZI UTILI -A.P.T. Ufficio di Bormio: tel 0342/903300 -fax 0342/904696; A.P.T. Ufficio di Santa Caterina Valfurva -tel./fax. 0342/935598; Sede del Parco Nazionale dello Stelvio: Bormio, Via Roma 1, tel. 0342/911022.

PARCO DI PANEVEGGIO – PALE DI SAN MARTINO

Si estende sulle cime che circondano San Martino di Castrozza per quasi 20.000 ettari. Lungo la dorsale del Lagorai, che separa la nota località sciistica trentina dalla VaI di Fiemme, il parco include una vastissima foresta demaniale incontaminata.

Sicuramente avrete immaginato almeno una volta di camminare tra boschi secolari che si perdono sino all’orizzonte, tra paesaggi sconfinati interrotti da laghetti, cascate e praterie fiorite. Visioni che richiamano alla mente la Scandinavia, il Canada. Eppure proprio tra due delle stazioni sciistiche più conosciute del Trentino si può trovare tanta meraviglia.

Di fronte alle imponenti pareti verticali del Cimon della Pala e del Sass Maor che sovrastano le piste dell’alpe Lusia, sopra San Martino di Castrozza, e al di sopra del paradiso dello sci di fondo della VaI di Fiemme tra Predazzo e Cavalese si trova uno dei boschi più estesi d’ltalia.

Parte di questo territorio è protetto da un parco naturale: il parco di Paneveggio -Pale di San Martino. Infatti il bosco inizia all’interno del parco, a Paneveggio, e prosegue poi lungo tutta la dorsale dei Lagorai per oltre venti chilometri sino alla val Cadino al termine della Val di Fiemme con una estensione di circa trecento chilometri quadrati: un po’ come Milano e dintorni.

Oltre dodici milioni di pini, larici e soprattutto abeti rossi d’alto fusto offrono la loro ombra ad una infinità di passeggiate a laghetti alpini, ad alpeggi fioriti e malghe dai formaggi profumati.

Da millenni gli uomini di queste valli hanno realizzato un rapporto armonico con questi giganti verdi ed oggi questo inestimabile patrimonio naturale è gestito parte dalla Magnifica Comunità di Fiemme e parte dall’Ente Forestale di Stato che cura anche tutto il bosco all’interno del parco.

Questa immensa distesa verde è la casa per molti uccelli come la civetta di bosco, il picchio (nero e rosso), la nocciolaia e il gallo cedrone. Le praterie alpine ospitano colonie di ermellino, donnola e martora. Grazie alla grande abbondanza di fauna sono presenti anche numerosi predatori come la lontra, la lince e l’aquila che nidifica tra le Pale e il Lagorai. Se è difficile osservare i piccoli animali sarà invece più semplice avvistare qualcuno degli oltre ottocento camosci, seicento- cinquanta caprioli e centosessanta cervi: i signori del bosco. In ogni caso è possibile osservare un gruppo di cervi al Centro Visitatori di Paneveggio.

Il territorio consente di effettuare escursioni che possono variare da una mezz’ora di cammino ad alcuni giorni sostando nei rifugi intorno alle Pale o nelle malghe degli alpeggi del Lagorai. Le più semplici sono le passeggiate in Val Venegia con le sue splendide fioriture o ai laghetti del Colbricon facilmente raggiungibili in seggiovia.

Nelle librerie di Cavalese, Predazzo e S. Martino di Castrozza si trova una grande varietà di guide e i sentieri sono ben tracciati e segnalati.

Nel territorio del parco e lungo il fondovalle della Val di Fiemme numerosi pannelli, realizzati dalle amministrazioni di valle, mostrano ottime cartine del bosco segnalando i percorsi più semplici e interessanti. I Centri Visitatori del Parco, l’ Amministrazione Forestale e le A.P.T. della VaI di Fiemme e di S. Martino di Castrozza dispongono di ottimo materiale illustrativo al riguardo.

INDIRIZZI UTILI: Centro Visitatori e Sede del Parco, Villa Walsperg, VaI Canali, tel. 0439/64854; altri Centri Visitatori: Paneveggio, Statale del Rolle, tel. 0462/576283; San Martino di Castrozza, via Laghetto, tel. 0439/768859; Amministrazione Forestale di Cavalese, tel. 0462/340349; APT Valle di Fiemme: Cavalese tel. 0462/241111; Predazzo tel. 0462/501237.