Montagna Oggi July August 2000 Text & photo pages 46 – 47

Viaggiano da soli in coppia, con tutta la famiglia o più spesso in piccoli gruppi di amici. Attraversano valli e boschi, lungo stradine che s’inoltrano nel verde o costeggiano fiumi e canali: in bicicletta. Questo via vai accade tutti i giorni o, per lo meno, tutti i giorni che il cielo lo consente. A circa metà strada tra Monaco di Baviera e Norimberga si trova un’imponente formazione rocciosa di natura calcarea, quasi interamente ricoperta dai boschi che si distendono intorno alla valle principale del fiume che lo attraversa: l’Altmueltal. Siamo nel sud della Germania dove una pianura fertile e numerose industrie altrettanto prospere hanno creato una delle economie più dinamiche della moderna Europa. Eppure il territorio che si distende attorno a questo pigro affluente del Danubio ha tuttavia attraversato, negli anni passati, le stesse vicissitudini economiche che le nostre montagne hanno dovuto affrontare dall’ultimo dopoguerra ad oggi.
Nel ’69 fu istituito il Parco Naturale dell’Altmuehltal che, con i suoi 3.000 chilometri quadrati, è il più grande della Germania e può considerarsi il cuore verde della Baviera, la regione più amata dai bavaresi.
Gli altopiani ricoperti di foreste si alternano a pascoli aperti e valli poco profonde, dove scorrono placidamente limpidi corsi d’acqua. Alle formazioni rocciose calcaree si alternano le brughiere di ginepro, dove pascolano armenti di mucche e di pecore. Questo territorio è naturalmente vocato al turismo. L’amministrazione dell’Ente ha colto questo dato e ne ha fatto la sua missione prioritaria. Ha dedicato i primi vent’anni di gestione a costruire infrastrutture destinando ogni anno, allo scopo, l’ottanta per cento delle sue risorse. La protezione totale si è limitata ad alcune aree importanti per la conservazione di una specie di farfalle (Apollo), di anfibi e delle brughiere di ginepro. La principale forma di tutela ambientale si è limitata alla gestione del paesaggio: risorsa principale per una vocazione turistica. In questi ultimi cinque anni il rapporto si è invertito (20% infrastrutture e 80% protezione).
La prima realizzazione è stata la rete di sentieri, locali (centinaia) e di lunga percorrenza (quattordici, il più lungo misura 140 km). Il secondo passo è stata la tematizzazione di alcuni di essi: oggi sono trentadue, con caratterizzazione naturalistica, storica, etnologica, archeologica e geologica. contemporaneamente è avvenuto l’allestimento delle oltre venti sedi tematiche: musei (d’eccezionale valore il Jura-Museum di Eichstätt), collezioni, ricostruzioni, animazioni storiche e naturalistiche (di grande spettacolarità i falconieri del castello di Rosenburg).
E’ stata inoltre realizzata una rete di percorsi fluviali per i canoisti, accessibili anche ai più giovani, che possono usufruire di strutture dedicate.
A causa delle grandi dimensioni del parco, tuttavia, il mezzo di locomozione più adatto è la bicicletta. Per gli appassionati del pedale il parco ha allestito una rete imponente di percorsi ciclabili: è lunga ottocento chilometri e collega tutti i centri abitati del parco. Attraverso una serie di convenzioni con enti e strutture private è possibile inoltre abbinare questo mezzo di locomozione alla rete di trasporti esistente: treni, bus, battelli fluviali. Una rete di strutture private convenzionate è in grado di accogliere specificamente i ciclisti offrendo prezzi economici e assistenza tecnica. Per coloro che effettuano percorsi di più giorni, in sequenza, esistono pacchetti turistici (Natour e San-Aktiv- Tours) in cui i bagagli sono trasportati dagli albergatori al posto tappa successivo.
Il centro visitatori di Eichstätt, graziosa cittadina sede di una prestigiosa università, offre un’ampia sintesi della regione. Da qui si dirama la rete di offerte che coinvolgono tutto il territorio. È la rete capillare di strutture che offre l’opportunità di prolungare la permanenza dei turisti. Ogni anno si contano 7,2 milioni di presenze giornaliere e 2 milioni di pernottamenti. Sono circa 3000 le persone che vivono nel parco e lavorano nel turismo.
Le due cittadine più importanti, Eichstätt appunto e Beilngries a vocazione più turistica, non riuscirebbero da sole a garantire l’afflusso di turisti necessario all’equilibrio economico della regione. È il lavoro di rete, la capacità di fare sistema che fa la differenza: ma per i tedeschi questa non è una novità. Per gli abitanti del parco, inoltre, queste risorse non costituiscono un luogo dove passare le vacanze, ma un luogo dove è bello vivere.